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Aumento IVA: maggiore pressione fiscale ai consumatori, minori entrate allo stato

 

Autogol del Governo che irresponsabilmente determina l’aumento dell’aliquota IVA dal 21% al 22%, provvedimento che riuscirà nell’assurdo risultato di aumentare la pressione fiscale per i consumatori, riducendo le entrate fiscali dello stato.

All'opposto di un noto proverbio si “perdono due fave senza prendere alcun piccione”, a testimoniare che taluni provvedimenti presi sulle nostre teste, sembrano del tutto esenti da serie valutazioni delle conseguenze.

Che l'aumento dell'IVA ridurrà il gettito complessivo per lo Stato lo dice la storia recente, il precedente aumento Iva dal 20% al 21% in vigore dal 17 settembre 2011 infatti, ha già causato una riduzione complessiva del gettito Iva di ben 5,81 miliardi di euro in 20 mesi (705 milioni di euro nel terzo trimestre 2011; 2,23 miliardi di euro nel 2012, 2,87 miliardi di euro nei primi cinque mesi del 2013), effetto del ridotto potere d'acquisto dei consumatori che già sottoposti a tassazioni eccessive, non possono più mantenere il tenore di vita e sono gioco-forza costretti a rinunciare a molti prodotti di largo consumo.

Le associazioni dei consumatori stimano che l’impatto del "nuovo" aumento IVA in vigore dal 1° ottobre, causerà un aggravio medio di circa 250 euro/anno a famiglia, costringendo le famiglie già in crisi, a ridurre ulteriormente i consumi.

L’aumento dell’IVA inoltre comporta l’incremento di tariffe, carburanti, autostrade, a cui andranno a sommarsi gli aumenti delle addizionali IRPEF, e della Tares, per un pacchetto complessivo di aumenti che causerà un ulteriore drastico calo della capacità di spesa delle famiglie, senza contare che se cade il governo, torna in dubbio anche la rata IMU di dicembre (la cui abolizione non essendo stata ancora convertita in legge decadrebbe se il governo non potesse più intervenire al riguardo) e l’ulteriore aumento IVA dal 22% al 23% programmato dal precedente governo Monti a partire dal 1 gennaio 2014.

Si persevera, dice il Presidente di Areaconsumatori Avv. Rocco SOFI, in una spirale perversa per cui, per finanziare una "vorace" macchina dello stato si aumentano le aliquote, gli aumenti fanno perdere potere d'acquisto ai consumatori costringendoli a spendere meno, con minori spese si riducono le entrate fiscali che si cerca di compensare aumentando le aliquote, un gioco "mortale" che occorre spezzare e risolvere con altre strade, con leggi capaci d'attrarre investimenti, aiutando le imprese che creano sviluppo, riducendo la burocrazia che blocca le attività, riformando accorciandoli i processi civili, riducendo il "cuneo fiscale" (più guadagni ai lavoratori, meno spese alle aziende), portando alla luce il "sommerso" con provvedimenti che rendano conveniente ai consumatori farlo emergere, abbattendo sprechi e privilegi, riducendo la spesa pubblica corrente, riducendo le aliquote per invertire l'attuale spirale perversa, permettendo ai consumatori di spendere di più e consentire una ripresa.