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Volkswagen, truffa agli utenti e danno ambientale

 

Comportamento gravissimo e incomprensibile della casa tedesca che stretta dalle prove, ha ammesso la violazione delle

norme ambientali vigenti negli USA. La "violazione" coinvolge vetture diesel vendute tra il 2009 e il 2015 che montano i motori tipo "EA189”, ovvero i diffusissimi 4 cilindri 2.0 TDI che il gruppo adotta su molti modelli dei marchi VW, Audi, Seat, e Skoda.

 

Le vetture coinvolte nello scandalo USA sono circa 480.000, ma la casa tedesca ha dovuto ammettere che il totale di vetture "truccate" è di 11.000.000, in USA infatti le auto diesel sono una assoluta minoranza del parco circolante Americano (meno del 3%), percentuale viceversa che sale di molto nel resto del globo per arrivare al 50% in Europa, e al 55% in Italia.

 

Calcoli effettuati da il Guardian sulla base della percorrenza media statunitense, stimano che la quantità di gas tossici emessa ogni anno in territorio USA dalle vetture truccate oscilli tra 10.000 e 41.000 tonnellate quando, se le auto avessero realmente rispettato gli standard dell’EPA, le emissioni si sarebbero limitate a 1.000 tonnellate di ossidi di azoto. Volkswagen pertanto ha deliberatamente adottato un sistema "truffa" per mascherare emissioni nocive superiori alla norma facendole "rientrare" nei parametri di test, mentre nella circolazione reale superano, secondo i calcoli del Guardian, fino a 40 volte i limiti massimi ammessi.

 

Estrapolando il risultato agli 11 milioni di veicoli coinvolti a livello mondiale pertanto, Volkswagen sarebbe responsabile di emissioni nocive di ossidi di azoto per un valore compreso tra 230.000 e 940.000 tonnellate l’anno. Considerando l’impatto a livello locale rileva ancora il giornale, in Europa la situazione potrebbe essere molto più grave considerato che il 50% circa delle auto circolanti sono diesel contro il 3% USA. Inoltre, poiché in Europa le diesel sono le auto di maggior massa e cilindrata, e la densità di popolazione per km² Europea è maggiore di quella USA, la situazione sarebbe anche più grave.

 

Necessaria pertanto una verifica accurata e scrupolosa anche in Europa per appurare se le centraline "truccate" (per ammissione della stessa VW) causino emissioni nocive fuori della normativa Europa, verifica doverosamente necessaria dal momento che le norme EU sono sostanzialmente diverse nei termini e meno stringenti nei valori rispetto a quelle USA, aspetto questo che richiede un correttivo delle procedure di omologazione per rendere i test ed i risultati ottenuti correlati al reale comportamento su strada e non ad improbabili condizioni di laboratorio.


Ma come si è arrivati a escogitare questa truffa, e come è stata scoperta: La Volkswagen per vendere negli USA pur non rientrando nelle normative americane, dal 2009 ha inserito dei codici nel software delle centraline elettroniche in grado di rilevare le particolari sequenze di pedaliera e volante eseguite nei test secondo i rigorosi schemi di omologazione. In presenza di tali sequenze la centralina modifica i parametri di erogazione del motore consentendo alle emissioni di rientrare nei massimi consentiti, condizioni che però non vengono più mantenute in condizioni di marcia falsando i valori di inquinamento rispetto all'effettivo livello prodotto nella circolazione su strada.


La ICCT (un'organizzazione indipendente no profit che opera per contenere le emissioni nocive) ha condotto una serie di ricerche per capire la discrepanza tra test di laboratorio e risultati su strada rilevati su alcune vetture. Lo studio che ha coinvolto anche i ricercatori della West Virginia University, ha evidenziato che una Volkswagen Jetta (uno dei modelli più popolari venduti negli USA) emetteva di ossidi di azoto in quantità molto più alta dei rilievi di laboratorio, e 35 volte maggiore dei limiti di legge. Informata dei risultati, nel 2014 l’EPA (agenzia federale statunitense per la protezione dell’ambiente) chiedeva spiegazioni a Volkswagen che attribuiva il risultato ad un errore poi corretto, nei mesi successivi tuttavia nuovi test evidenziavano nuove forti discrepanze facendo insospettire i responsabili dell’EPA fino a scoprire la frode e creare uno scandalo internazionale i cui risvolti potrebbero essere gravissimi.

 

Questa storia, commenta il Presidente di Areaconsumatori Avv. Rocco SOFI, insegna che se si opera seriamente i risultati arrivano e "non guardano in faccia a nessuno", certo è amaro constatare che l'inganno è emerso solo grazie a controlli a campione fatti da un organo indipendente no profit in uno stato (gli USA) nel quale circolano meno del 3% di auto diesel mentre l'Europa con un parco circolante di oltre il 50% "non se n'è accorta". Altrettanto amaro poi è dover constatare che un'azienda leader mondiale di assoluto livello ed altissima reputazione dalla quale mai ci si sarebbe aspettato nulla di illecito, si sia prestata a trucchi da "bassifondi" per rientrare nei limiti di legge, strano infine che neppure le altre case automobilistiche nei loro benchmark (analisi comparativa approfondita delle vetture concorrenti) non abbiano rilevato mai nulla.

Sono tante le stranezze di questa storia che non ci convincono per le quali chiediamo con forza che i controlli vengano estesi anche in Italia, e se si accertasse la violazione delle norme EU, siamo pronti a difendere i consumatori che ci chiederanno assistenza, nei modi e nelle sedi più opportune.

 

Se è vero, continua l'Avv. SOFI, che questa vicenda non ha effetti sulla sicurezza delle auto e dei suoi occuparti, è altrettanto vero che incide pesantemente sulla salute delle persone con emissioni nocive molto più alte del consentito, e che danneggia economicamente i proprietari delle auto incriminate che hanno pagato prestazioni e caratteristiche in realtà non vere, ulteriore motivo per appoggiare chiunque danneggiato ambientalmente o coinvolto economicamente intenda far valere i propri diritti.