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Dossi dissuasori: nuocciono alla salute

Riportiamo un interessante servizio del periodico Quattroruote sulla pericolosità dei dossi artificiali. L'articolo pubblicato sul n. 692 di maggio 2013 scrive:

 

Non solo ostacolano i soccorsi, ma costituiscono un rischio per la circolazione. A esprimersi contro i dossi rallentatori e, soprattutto, i passaggi pedonali rialzati è nientemeno che la Direzione generale prevenzione del ministero della Salute.

«Introdotti per ridurre la velocità», spiega in una nota il dirigente Giancarlo Marano, interpellato da Alberto Salmaso, un consigliere comunale di Padova che da anni lotta contro i dissuasori fuori norma, «finiscono per rappresentare una fonte di rischio, perché ostacolano tutti i mezzi, anche quelli di soccorso». Una netta presa di posizione, che si aggiunge a quella già espressa dal ministero dei Trasporti nel 2011: i dossi possono essere realizzati solo lungo strade secondarie e residenziali e non, invece, sugli assi principali o sui percorsi utilizzati da mezzi pubblici e di pronto intervento.

Ora, anche il ministero della Salute ne condanna l'abuso, dando il crisma dell'ufficialità a quanto lamentano da anni personale medico e volontari del 118: i dossi, oltre a far perdere minuti preziosi, sono dannosi per i trasportati che hanno subito un trauma, sottoposti a colpi e sobbalzi dolorosi.

Ma il dirigente del ministero va più in là, mettendone in dubbio l'utilità: «Questi dissuasori», spiega a Quattroruote, «costituiscono un rischio per guidatori e veicoli. Anche chi li affronta a basse velocità, infatti, è sottoposto a sollecitazioni eccessive, potenziali fonti di pericolo, Inoltre, inducono a frenate e accelerazioni continue, che implicano maggiori consumi ed emissioni. A ogni rallentamento, poi, segue di solito un aumento dell'andatura per recuperare il tempo perso, una dinamica che poco ha a che fare con la sicurezza».

I Comuni sono avvertiti: i dossi vanno eliminati prima che causino altri danni.

Laura Confalonieri (Quattroruote)

Quel vuoto nel codice: I dossi di plastica gialla e nera  sono normati dal Regolamento di attuazione del Codice della strada (art. 179), che ne prescrive le misure in base al limite di velocità della strada cui sono posti (a 50 Km/h devono essere alti non più di 3 cm e larghi non meno di 60 cm, a 40 Km/h alti non più di 5 cm e larghi non meno di 90 cm, a 30 km/h alti non più di 7 cm e larghi non meno di 120 cm). Diverso è il caso dei passaggi pedonali rialzati (spesso usati al posto dei dossi), sui quali c'è solo un'indicazione del ministero dei Trasporti, che impone una larghezza di 10-12 metri e una pendenza massima del 10% misure spesso disattese dai Comuni. Servizio Quattroruote

 

Un servizio chiaro ed esaustivo commenta il Presidente Avv. Rocco SOFI che fa luce su un metodo di controllo del traffico urbano sempre più abusato, porre una sorta di "trappole" su un manto d'asfalto

sovente già cosparso di buche. Certo sicurezza stradale e integrità dei pedoni va salvaguardata, ma è controproducente farlo a scapito della salute degli automobilisti", intanto vanno eliminati i dossi irregolari e quelli "illegali" posti sulle strade principali, poi serve una regolamentazione che ne limiti l'eccessivo uso, in molte città infatti, le strade sono un percorso ad ostacoli con troppi dossi inutilmente ravvicinati, a volte "urtati" all'improvviso perché poco o per nulla visibili, specie se realizzati in asfalto e col "vago" ricordo delle strisce zebrate scolorite dal tempo. Perché non "copiare" soluzioni adottate da nazioni confinanti e alcuni paesi "virtuosi" sostiene l'Avv. SOFI, che al posto dei dossi creano ad esempio riduzioni di carreggiata mirate, corsie "guidate", lunghi tratti rialzati o pavimentati a "pavè", ottenendo ugualmente un controllo della velocità ma in modo naturale senza causare fastidiosi e, come si evince dal servizio di Quattroruote, inutili e pericolosi sobbalzi ad auto e consumatori.