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Perequazione delle pensioni 2014


Dopo il blocco fissato dal Governo Monti per gli anni 2012 e 2013, la Legge di Stabilità per il 2014 ha reintrodotto la perequazione automatica delle pensioni per il triennio 2014, 2015 e 2016, introducendo però alcuni rilevanti correttivi "al ribasso".


Con riferimento al trattamento pensionistico minimo lordo del 2013 pari a 495,43 euro lordi mensili, stabilisce:


anno 2014:

♦ pensioni con importo fino a tre volte il trattamento minimo INPS 2013, (mensile lordo fino a 1.486,29 euro), sono rivalutate al 100 % dell’indice FOI;
♦ pensioni comprese tra tre e quattro volte il trattamento minimo INPS 2013, (mensile lordo compreso tra 1.486,30 e 1.981,72 euro), sono rivalutate al 95% dell’indice FOI;
♦ pensioni comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo INPS 2013, (mensile lordo compreso tra 1.981,73 e 2.477,15 euro), sono rivalutate al 75 % dell’indice FOI;
♦ pensioni comprese tra cinque e sei volte il trattamento minimo INPS 2013, (mensile lordo compreso tra 2.477,16 e 2.972,58 euro), sono rivalutate al 50% dell’indice FOI;
♦ pensioni superiori a sei volte il trattamento minimo INPS 2013, (mensile lordo superiori a 2.972,58 euro), sono rivalutate al 40% dell'indice FOI per la sola quota parte fino a 2.972,58 euro, mentre non vi è nessuna rivalutazione per la parte eccedente;


anni 2015 e 2016:

♦ fermo il resto, per le pensioni superiori a sei volte il trattamento minimo INPS 2013, (mensile lordo superiore a 2.972,58 euro), la rivalutazione salirà dal 40% al 45% dell’indice FOI, per l’intera classe d'importo.


Contributo di solidarietà

La Legge di stabilità inoltre, reintroduce l’imposizione del cosiddetto "contributo di solidarietà" con alcune caratteristiche di progressività, e limitato al triennio 2014, 2015 e 2016, applicabile alle pensioni superiori a 14 volte il trattamento minimo INPS.

Dal 1° gennaio 2014 pertanto, e fino a tutto il 2016, per le pensioni INPS è introdotto un "prelievo straordinario" così determinato:

♦ pensioni inferiori a 14 volte il trattamento minimo INPS (mensile lordo inferiore a 6.936,02 euro): nessun contributo

♦ pensioni tra 14 e 20 volte il trattamento minimo INPS (mensile lordo tra 6.936,02 e 9.908,60 euro): contributo del 6 %
♦ pensioni tra 20 e 30 volte il trattamento minimo INPS (mensile lordo tra 9.908,61 e 14.862,90 euro): contributo del 12 %;

♦ pensioni oltre 30 volte il trattamento minimo INPS (mensile lordo superiore a 14.862,90 euro): contributo del 18%.

 

Ridurre fino a bloccare l’adeguamento al costo della vita delle pensioni, è un trattamento iniquo, oltre che di dubbia legittimità costituzionale, afferma il Presidente di Areaconsumatori, Avv. Rocco SOFI, fissare una soglia legata al minimo Inps crea uno spartiacque tra chi riesce giustamente ad ottenere una piena rivalutazione al costo della vita, e chi, per cifre magari poco superiori, vede ridursi fino ad azzerarsi il suo incremento, e non sono prelievi "una tantum", ma tagli che ormai perdurano da anni con effetti negativi crescenti nel tempo.

Non parliamo di "pensioni d'oro", ma delle sempre più penalizzate "ex" fasce intermedie, lavoratori che hanno versato contributi per tutta la vita lavorativa per garantirsi la prestazione pensionistica, che con decisioni unilaterali viene poi erosa anno dopo anno, tanto da aver subito negli ultimi 15 anni una perdita di oltre il 30% del potere d'acquisto.

Non si può ignorare, aggiunge l'Avv. Sofi, che la riduzione del potere d'acquisto dei pensionati, oltre che ingiusta e ingiustificata, penalizza la vita d'intere famiglie in cui gli anziani sono il vero e ultimo welfare rimasto, una battuta tristemente divertente al riguardo recita, "un Italiano su tre chiede l'aiuto dei genitori per arrivare a fine mese, gli altri due sono mamma e papà...."

Chiediamo un vero sforzo di risanamento che smetta di fare "cassa" sul ceto medio, e crei le condizioni per riattivare l'economia.